Verso una comprensione molecolare e neurobiologica della salute e della malattia mentale a beneficio di cittadini e pazienti
14 Lug, 2021 alle 09:45 - Bando Chiuso

L’azione di ricerca ed innovazione (RIA) HORIZON-HLTH-2021-STAYHLTH-01-02 tende a favorire lo sviluppo della ricerca per combattere la diffusione delle malattie mentali che rappresentano un fardello enorme e crescente per l’Europa, sia a livello individuale che sociale.
Le diagnosi dipendono in gran parte da criteri basati sui sintomi senza alcun marcatore biologico legato a meccanismi causali. I farmaci attualmente disponibili sono utilizzati principalmente per tentativi ed errori (piuttosto che in modo mirato e personalizzato) e sono tutti molto simili nei loro meccanismi d’azione con piuttosto poche innovazioni rivoluzionarie negli ultimi decenni. Vi è inoltre una mancanza di prove di base sull’uso ottimale di diverse strategie di prevenzione farmacologiche e non farmacologiche. Una più profonda comprensione molecolare e neurobiologica dell’interazione tra rischio genetico, epigenetico e ambientale e fattori di resilienza, comprese le alterazioni del circuito neurale, determinerebbe una svolta.
Di conseguenza, la ricerca dovrebbe:
- Far progredire in modo significativo la comprensione molecolare e neurobiologica di come i fattori di rischio e resilienza genetici, epigenetici e ambientali (come esperienze psicosociali, dieta, sonno, luce naturale e artificiale, uso o abuso di droghe, infezioni e altre esposizioni) interagiscono per guidare o prevenire la transizione dalla salute mentale alla malattia mentale durante il corso della vita e come tali cambiamenti molecolari e neurobiologici potrebbero essere invertiti. L’uso di modelli computazionali e/o strumenti di intelligenza artificiale è incoraggiato per l’analisi di dati grandi, complessi ed eterogenei.
- Sviluppare modelli predittivi rilevanti attraverso l’analisi federata di ampie coorti europee di disturbi psichiatrici e indagare le basi biologiche e neurali dei meccanismi patogenetici e dei sintomi condivisi da diversi disturbi. Se rilevante per i disturbi studiati, sviluppare modelli di cognizione e comportamento sociale basati su basi neurobiologiche e applicare questi modelli e il loro potenziale di simulazione alla comprensione e al miglioramento della gestione delle condizioni di salute mentale associate a disfunzioni comportamentali o emotive.
- Identificare, convalidare e documentare diversi tipi o combinazioni di biomarcatori per tutti i seguenti scopi:
- sviluppo di robuste misure quantitative e cliniche della salute mentale;
- identificazione di firme, ad esempio schemi genetici ed epigenetici, che conferiscono suscettibilità e protezione contro le malattie mentali;
- definizione di criteri diagnostici e di monitoraggio più oggettivi (che integrano gli attuali criteri basati sui sintomi) per migliorare gli esiti dei pazienti e ridurre lo stigma associato alla malattia mentale;
- previsione della risposta al trattamento e del rischio di recidiva per un uso migliore, più scientificamente guidato e mirato degli interventi preventivi e terapeutici attualmente disponibili per diversi gruppi di popolazione.
Per la scoperta di biomarcatori, i candidati sono incoraggiati a fare il punto sui progressi in discipline come ad esempio neuropsicologia, neurofisiologia, neuroendocrinologia, neuroimaging, monitoraggio elettrofisiologico, e-health/m-health, -omica (genomica, epigenomica, trascrittomica, proteomica, metabolomica, lipidomica, esosomica, microbiomica compreso il ruolo dell’asse microbiota-intestino-cervello), optogenetica, nanomedicina, biologia delle cellule staminali, neuroimmunologia e immunopsichiatria.
Scoprire nuovi percorsi di malattia e bersagli farmacologici (compresi i percorsi coinvolti nel mantenimento della salute mentale) per stimolare lo sviluppo di nuove (o riproposte) classi di farmaci più sicuri ed efficaci per la prevenzione e il trattamento delle malattie mentali (compresa la prevenzione delle ricadute).
Stabilire gli effetti molecolari e neurobiologici, nonché le conseguenze cognitive e psicologiche delle strategie di prevenzione sia farmacologiche che non farmacologiche (ad esempio: neurostimolazione, neurofeedback, psicoterapia e altri interventi psicologici/comportamentali, terapia della luce, dieta, esercizio fisico, stile di vita, consapevolezza o un combinazione di essi) e valutarne l’efficacia e gli effetti collaterali nell’ambito di studi clinici (determinando anche finestre di opportunità quando le azioni preventive sono più efficaci nel corso della vita). Tutti i progetti finanziati nell’ambito di questo argomento sono fortemente incoraggiati a partecipare alle attività di rete e congiunte, a seconda dei casi.
I termini per concorrere decorrono dal 22 giugno al 21 settembre ed il budget disponibile è di € 60 000 000.
Maggiori dettagli al seguente link