Farm to fork : dal produttore al consumatore la nuova strategia europea per garantire la sostenibilità alimentare.

15 Giu, 2020 alle 17:45 -

Farm to fork : dal produttore al consumatore la nuova strategia europea per garantire la sostenibilità alimentare.

La Commissione europea ha presentato il documento esplicativo della strategia Farm to Fork su cui si è già discusso in commissione AGRI per una prima disamina finalizzata ad evidenziare le criticità della strategia.

“Farm to fork”, letteralmente dalla fattoria alla forchetta,  si pone come obiettivo fondamentale quello di garantire la sostenibilità alimentare intervenendo sulle tecniche di produzione, sfruttamento del territorio e degli animali, commercializzazione (trasporti e imballaggi) al fine di immettere sul mercato prodotti  “sani”.

Per fare questo la Commissione propone  un intervento articolato che parte dalla produzione agricola per poi estendersi alla commercializzazione intervenendo anche al fine di modificare i modelli di consumo adottati dal consumatore garantendo un’adeguata informazione in relazione al prodotto scelto.

L’uso di pesticidi chimici in agricoltura contribuisce all’inquinamento non solo del suolo ma anche dell’acqua e dell’aria con inevitabili ricadute sulla produzione alimentare, danneggiando flora e fauna anche se non direttamente interessati dai trattamenti chimici.

Stesso dicasi per l’uso eccessivo dei nutrienti- specie quelli non facilmente assorbiti dalle piante- che  hanno una potenza inquinante simile a quella dei pesticidi. Per ovviare a tale inconveniente la Commissione intende elaborare con gli Stati membri un piano d’azione per la gestione integrata dei nutrienti proprio al fine di contrastare l’inquinamento correlato ed aumentare la sostenibilità del settore zootecnico.

L’obiettivo  sostenibilità, infatti, non è limitato solo ai prodotti agricoli ma si estende anche al settore zootecnico  sul quale si intende intervenire al fine di garantire il benessere degli animali in termini di miglioramento della salute nonché delle modalità di allevamento.

Le finalità perseguite nella strategia in esame vanno certamente coordinate con gli obiettivi di cui alla nuova PAC che,  almeno nelle intenzioni,  mira ad aiutare gli agricoltori a migliorare le loro prestazioni ambientali e climatiche attraverso un modello maggiormente orientato ai risultati, un uso migliore dei dati e delle analisi, un miglioramento delle norme ambientali obbligatorie, nuove misure volontarie e una maggiore attenzione agli investimenti nelle tecnologie e nelle pratiche verdi e digitali. Si prospetta quindi un percorso di transizione verso pratiche più sostenibili  da attuarsi anche attraverso l’impiego delle nuove tecnologie a disposizione di tutti gli operatori della filiera alimentare. La strategia esaminata non si applica solo agli operatori agricoli ma coinvolge anche i trasformatori alimentari, gli operatori dei servizi di ristorazione e i dettaglianti.

Tali figure, infatti,  definiscono il mercato e influenzano le scelte alimentari dei consumatori attraverso la tipologia e la composizione nutrizionale degli alimenti che producono, le loro scelte in materia di fornitori, i loro metodi di produzione e le loro pratiche di imballaggio, trasporto, merchandising e marketing.

Il consumatore verrà tutelato nella scelta degli alimenti mediante l’introduzione- in maniera obbligatoria- di un’etichetta nutrizionale che conterrà le informazioni  relative al prodotto, nonché  l’indicazione di origine e provenienza. Il diritto all’informazione verrà garantito anche mediante l’impiego di canali digitali. Le etichette saranno più chiare anche in termini di indicazione della data di scadenza  adottando un criterio che uniformi le diciture “da consumarsi entro “ e “ da consumarsi preferibilmente entro” . Lotta alle frodi alimentari al fine di garantire la parità di condizioni per gli operatori.

Sul fronte degli investimenti si  intendono potenziare le risorse da destinarsi ai programmi Orizzonte Europa con un  investimento di  10 miliardi di EUR nella Ricerca ed  Innovazione su alimenti, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura, pesca, acquacoltura e ambiente, nonché sull’uso delle tecnologie digitali e delle soluzioni basate sulla natura nel settore agroalimentare. Uno dei principali settori di ricerca riguarderà il microbioma, gli alimenti provenienti dagli oceani, i sistemi alimentari urbani e l’aumento della disponibilità e delle fonti di proteine alternative quali le proteine di origine vegetale, microbica e marina e a base di insetti e i prodotti sostitutivi della carne. Una missione nel settore della salute del suolo e dell’alimentazione mirerà a sviluppare soluzioni per ripristinare la salute del suolo e le sue funzioni. Le nuove conoscenze e innovazioni potenzieranno inoltre gli approcci agroecologici nella produzione primaria attraverso un partenariato specifico sui laboratori viventi (living labs) di agroecologia. Ciò contribuirà a ridurre l’uso di pesticidi, fertilizzanti e antimicrobici. Per accelerare l’innovazione e il trasferimento delle conoscenze, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per rafforzare il ruolo del partenariato europeo per l’innovazione “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura” (PEI-AGRI) nei piani strategici. Inoltre il Fondo europeo di sviluppo regionale investirà nell’innovazione e nella collaborazione lungo le catene del valore alimentare attraverso la specializzazione intelligente.

Queste le intenzioni della Commissione che  si scontrano con la realtà degli operatori agricoli i quali, nella maggior parte dei casi, non dispongono degli strumenti  e delle competenze necessari per applicare la normativa green che impone anche notevoli costi spesso non sostenibili. Sul piano alimentare si denota la tendenza a demonizzare alcuni alimenti ( zucchero, sale, consumo di grassi) senza alcuna giustificazione e senza tener conto che tali alimenti- se consumati in quantità moderata- non costituiscono alcuna minaccia per la salute ma contribuiscono a mantenere un regime alimentare vario ed  equilibrato. Manca nei fatti una  verifica  dell’impatto che le misure proposte  avranno nel settore interessato in termini di benefici, oneri, costi e risultati.


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